Di che si tratta

“Il diabete è un difetto del nostro motore a bruciare la sua benzina”. Può sembrare paradossale ma se assumiamo che il nostro organismo funziona come un’automobile, che per muoversi ha bisogno del carburante, ovvero per la benzina che bruciata produce energia, allora la nostra benzina sono gli alimenti ed il motore che brucia la benzina sono le cellule di tutto l’organismo. 

L’esempio un pò grossolano serve per capire al volo che i cibi che noi mangiamo contengono fondamentalmente tre elementi in grado di produrre energia: le proteine, i grassi e gli zuccheri.

L’insulina è una grossa proteina prodotta da una speciale ghiandola che si trova nel pancreas, fatta di specifiche cellule che “sentono” la quantità di glucosio che gira nel sangue e, in presenza di quantità aumentate, come dopo un pasto aumentano la loro capacità di secrezione dell’ormone.

Il diabete è proprio la condizione in cui questo meccanismo non funziona.


Tipi di diabete: 1, 2 e il diabete in gravidanza

Il diabete di tipo 1 è la condizione in cui si verifica un’importante infiammazione delle cellule del pancreas, che progressivamente muoiono non riuscendo a produrre più insulina. Nel diabete di tipo 1 l’unica possibilità di cura è quella di sostituire dall’esterno la mancanza dell’ormone con le iniezioni di insulina necessarie per mantenere la funzione vitale delle cellule dell’organismo.

Il diabete di tipo 1 rappresenta …………..…. di tutti i casi di diabete.

Il diabete di tipo 2 è la forma più diffusa in tutto il mondo, nei paesi sviluppati ma anche in quelli in via di sviluppo, ed è in progressiva crescita dovunque. In questo caso l’insulina viene prodotta dal pancreas, in misura un pò minore del normale. L’insulina prodotta in queste persone, tuttavia, non riesce a svolgere tutti i suoi compiti dando luogo a quella che viene chiamata: “insulino resistenza”. In questo caso una particolare condizione genetica, ereditaria, tende a far accumulare molti grassi nell’addome e questo eccesso di grasso fa si che l’insulina non funzioni come dovrebbe.

Il risultato è ancora una volta la difficoltà del glucosio a passare dentro le cellule per essere bruciato e una quantità eccessiva di glucosio che ristagna all’interno della circolazione sanguigna. L’organismo cerca allora di produrre più insulina, e per un pò ci riesce, ma ad un certo punto la capacità delle "insule pancreatiche" non è più in grado di rispondere alle necessità.

Questo tipo di diabete, detto anche "diabete dell’adulto" o "non insulino-dipendente" compare in genere solo dopo i 40 anni, o molto spesso, solo nelle ultime decadi di vita delle persone. In Paesi dove si assiste, da molti anni, ad una crescente presenza di obesità per un’alimentazione incongrua anche in età infantile o adolescenziale, il diabete di tipo 2 sta iniziando a presentarsi anche nelle fasce di età più giovane con problematiche sanitare di rilevante importanza.

Il diabete gestazionale è una forma che compare durante la gravidanza, quasi sempre senza alcun sintomo da parte della donna, ma che viene scoperto durante i normali esami che eseguono nel corso della gestazione.

È molto importante che venga eseguito un test di diagnosi del diabete gestazione nelle donne in gravidanza, specie se esiste una familiarità per il diabete, dal momento che questa forma di diabete può essere molto pericolosa per il bambino, sia per il rischio molto alto di aborto, sia per le possibili malformazioni fetali alla nascita.

Quasi sempre il diabete gestazionale scompare dopo il parto, ma le donne che hanno avuto questa forma di diabete hanno un’elevata probabilità di diventare poi diabetiche successivamente.


Iperglicemia cos'è e perchè curarla

In sintesi pur se con meccanismi molto diversi, in ognuno dei tre tipi di diabete il dato comune è la presenza di un eccesso di glucosio nel sangue: questo fenomeno èdetto "iperglicemia". Chiunque abbia provato a sciogliere ad esempio in un bicchiere d’acqua una quantità eccessiva di zucchero, sa che l’acqua diventa più densa e che non tutto lo zucchero riesce a sciogliersi. Lo stesso acccade in pratica nel sangue: se la quantità di zucchero presente nel sangue è superiore al dovuto, la densità del sangue aumenta incidendo sulla circolazione, Il nostro organismo si "difende" in molti modi: il primo è quello di espellere l’eccesso di zucchero circolante attraverso i reni e le urine. Naturalmente per poter urinare l’eccesso di zucchero è necessario scioglierlo in grandi quantità di acqua e quindi bisogna urinare molto di più e più spesso. Ciò fa sì che si perda anche molta acqua e che si sviluppi una forte sete, con necessità di introdurre grandi quantità di liquidi.

Quasi in modo deduttivo ne conseguono i sintomi del diabete: eccesso di urinazione (poliuria) e eccesso di sete (polidipsia), stanchezza per la mancanza di energia. Sintomi che possono talora essere intensi, soprattutto nel caso del diabete di tipo 1, ma che molto più spesso sono quasi inavvertiti dalle persone che non danno loro particolarmente importanza. Difficilmente qualcuno va dal proprio medico a lamentare questi sintomi; è più facile che ci vada magari per qualche infiammazione gengivale o genitale.

Ma la benzina più facile da utilizzare come fonte di energia per il nostro organismo è il Glucosio che quando viene bruciato produce tutta l'energia sufficiente al funzionamento di tutti gli organi ed apparati. L'ingresso del glucosio nelle singole Cellule degli organi è regolato da una serratura che si apre e permette l'accesso al glucosio nella cellula per essere bruciato e trasformarsi in energia ma perché la serratura si apra occorre la presenza dell'INSULINA ormone chiave nello sviluppo della patologia DIABETE.

Attualmente la diagnosi di diabete di tipo 1 e di tipo 2 si basa esclusivamente sulla presenza di iperglicemia.

Il dosaggio della glicemia deve essere eseguito su sangue ottenuto da un prelievo venoso a digiuno. In assenza dei sintomi tipici della malattia (poliuria, polidipsia e calo ponderale), la diagnosi di diabete deve essere posta con il riscontro, confermato in almeno una delle seguenti occasioni:

  • 1 glicemia a digiuno > 126mg/dl (con dosaggio su prelievo eseguito al mattino, dopo almeno 8 ore di digiuno)
  • 1 glicemia > 200mg/dl 2 ore dopo carico orale di glucosio eseguito con 75g di glucosio per os (Oral Glucose Tolerance Test) OGTT
  • 1 HBA1c > 6,5% con dosaggio standardizzato (emoglobina Glicosilata)

Tutti e tre i casi sono da confermare con un secondo test.

Ai fini diagnostici e di screening la misurazione della glicemia deve essere effettuata su plasma venoso. I glucometri per il controllo domiciliare delle glicemia, invece, non possono in alcun modo essere utilizzati per la diagnosi di diabete, data la grande variabilità riscontrata tra i risultati forniti dai glucometri e i risultati ottenuti in laboratorio.

La presenza di iperglicemia cronica nel tempo provoca un danno alla circolazione. Ad essere danneggiate sono le pareti dei vasi sanguigni, in particolare delle arterie, piccole o grandi che siano, e dei vasi capillari. Il danno consiste in un lento e progressivo indurimento delle pareti dei vasi, ulteriormente aumentato dall’ipertensione (pressione arteriosa alta) e dall’eccesso di grassi circolanti (colesterolo, trigliceridi). Si formano sulle pareti delle “placche”, il cui nome scientifico è “ateromi”, che non solo riducono la possibilità di passaggio del sangue, ma che spesso creano delle vere e proprie “ferite” interne, che possono andare incontro ad infiammazione a “trombosi”, ossia completa occlusione.

Una trombosi in un’arteria coronarica provoca l’infarto, in un’arteria del cervello provoca un ictus, in un’arteria delle gambe può portare anche amputazione di un arto.


Le complicanze del diabete, quali sono e come evitarle

Le “complicanze” del diabete si verificano, di fatto, quando il diabete non è sufficientemente controllato per molto tempo.

Danni alla circolazione capillare (micrioangiopatie)

  • Retinopatia diabetica. Alterazione della microcircolazione della retina degli occhi
  • Neuropatia diabetica. Si tratta di un’alterazione dei nervi periferici, disturbi della circolazione arteriosa periferica diventa ancora più rischiosa, sia per le malattie del piede, sia per la disfunzione genitale erettile
  • Nefropatia diabetica. Le alterazioni provocate dal diabete ai reni, specie se accompagnato da ipertensione arteriosa

Danni alla circolazione delle grandi arterie (macroangiopatie)

  • Cardiopatia coronarica. Il danno che il diabete provoca alle pareti delle arterie è uguale a quello dell’arteriosclerosi: le pareti si induriscono, si formano delle placche ricche in colesterolo che riducono il passaggio del sangue e quindi dell’ossigeno che va al cuore, e si può arrivare all’occlusione che provoca l’infarto del miocardio.
  • Cerebropatia vascolare ischemica. Il tipo di alterazione è uguale a quello delle arterie coronarie del cuore, ma in questo caso l’interessamento è quello dei gradi vasi che portano il sangue al cervello.
  • Arteriopatia periferica. In questo caso i caso interessati sono quelli delle gambe

In questi ultimi venti anni la medicina ha raggiunto la certezza che le complicanze del diabete sono evitabili con una efficace prevenzione.

Prevenzione consiste in pratica nel tenere sotto controllo bene e sempre il diabete, l’ipertensione e gli altri fattori di rischio (fumo, ipercolesterolemia, obesità).

Bene: esami dei valori della glicemia, della pressione arteriosa, del colesterolo, in modo che siano normali. 

Sempre: non dimenticare mai che il diabete c’è, accompagna in ogni istante della vita.

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